Padre Enrico Redaelli, anche se ha solo quarantasette anni, è il decano dei più giovani, cioè il più anziano dell’ultima generazione di missionari arrivati in Centrafrica dall’Italia negli ultimi anni.

Originario di Mariano Comense e lombardo purosangue, ha avuto un primo e forte assaggio di vita missionaria già tra il 1996 e il 1997, quand’era ancora giovane studente in formazione, prestando il suo servizio presso il nostro seminario minore a Yolé. Nel 2002, ormai sacerdote, ritorna a Yolé – la missione che fu il suo primo amore di gioventù – e sempre a servizio delle vocazioni della missione. Dopo poco tempo assume l’incarico di direttore dei seminaristi del primo ciclo (scuole medie e biennio delle superiori).

Dopo sei intensissimi anni, tra malaria e colpi di stato, è rientrato in Italia per un triennio, facendo parte della comunità parrocchiale di Savona, impegnandosi in modo particolare nella pastorale giovanile.

Nel 2011 padre Enrico ritorna per la terza volta a Yolé – tanto le sue doti di formatore sono essenziali per la vita della missione. Questa volta occupa da subito la funzione di direttore del secondo ciclo (i ragazzi dell’ultimo triennio delle superiori) e di maestro dei postulanti, la tappa precedente il noviziato.

Dal 2014 al 2017 padre Enrico ritorna in parrocchia, questa volta non a Savona, ma in quel di Bozoum, in compagnia di padre Aurelio e padre Norberto. E anche qui, come già aveva dimostrato in Italia, non si risparmia con il lavoro pastorale con i giovani centrafricani

Nel 2017 padre Enrico ritorna ancora, con la dedizione di sempre, a servizio della formazione dei giovani frati nel delicato incarico di maestro dei novizi, un ruolo chiave nella trasmissione del carisma carmelitano ai candidati centrafricani e, oramai, anche camerunesi. Forte regista tutto campo e tifoso del grande Milan che fu, padre Enrico è un frate tutto campo anche in convento, di quelli che si donano senza sosta, dalla cucina all’idraulica e che lavorano fino a notte inoltrata, dimenticando di mangiare e di dormire pur di essere al servizio dei fratelli della comunità, discretamente e senza far troppo parlare di sé.

Vi chiediamo una preghiera per lui affinché il Signore lo ricompensi delle sue fatiche e gli doni pazienza e salute. E una preghiera anche per i giovani che sono da lui accompagnati affinché possano rispondere con generosità e nelle verità alla chiamata del Signore.

Padre Federico Trinchero