A Baoro, il nuovo anno inizia con il teatro che si mette a servizio della pace, della coesione sociale, del rispetto e dell’accoglienza. Dopo i tre giorni di formazione con i bravi attori della troupe dei “Perroquets de Bangui”, trenta ragazzi e ragazze delle tre comunità (protestanti, cattolici e musulmani) sono pronti a recitare, per portare un messaggio sereno e positivo alla città. È bello vedere colori, razze, fedi ed età diverse, unite dal sorriso e dalle risate. A Bozoum molti mi chiedono se faremo la Fiera e, quando rispondo di sì, esplodono in grida e applausi: è la speranza che rinasce, nonostante tutto. Lungo la strada c’è un ponte lungo oltre 40 metri, il ponte di Kounde. Il legname era molto rovinato e passarci sopra era un’impresa. Ora siamo riusciti a ricostruirlo, rifacendo il tavolato in legno e riparandolo, con l’appoggio di noi Carmelitani, ma anche con il coinvolgimento di commercianti e trasportatori locali. La domenica porto nei villaggi più lontani Marisa e Flavio (mia sorella e suo marito), venuti a farmi visita dall’Italia. Celebriamo la Messa a Igwe, dove il catechista ci presenta suo figlio, nato due giorni prima. Poi proseguiamo fino a Bayanga Didi, dove posso costatare che la scuola materna si sta avviando. Qui mi fermo anche per riparare la pompa del pozzo di acqua potabile. Con Marisa e Flavio sono arrivati anche qualche centinaio di aghi da lana! Qualche mese fa suor Biagina, che si occupa della formazione delle mogli dei catechisti, era preoccupata perché non aveva abbastanza aghi per insegnare a fare a maglia. E allora avevo chiesto ad alcuni amici ed è partita una piccola campagna di raccolta. Per ora ne sono arrivati a sufficienza per le donne presenti, e il resto (insieme a lana e altro) arriverà con un container.

P. Aurelio Gazzera