Cari amici di Gesù Bambino,

saluti e celesti benedizioni da Praga con auguri di tanta salute e gioia. Il tempo corre e anche troppo veloce. Cerchiamo di fermarlo e ritorniamo allo scorso 9 agosto. Abbiamo celebrato la festa della nostra sorella nel Carmelo: Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, della quale ricorre quest’anno l’80° anniversario del suo volo al Cielo. La santa scriveva: “Ieri davanti a un’immaginetta del S. Bambino di Praga, si è affacciata alla mia mente l’idea che Egli è insignito stabilmente della corona imperiale, e certo non a caso Egli si è affacciato alla ribalta della Storia con la Sua potente azione appunto a Praga. Praga infatti è stata per interi secoli la sede degli antichi sovrani tedeschi del “Sacro Romano Impero”, e anche oggi dà ancora l’impressione d’una così alta maestosità, che nessun’altra città da me conosciuta può reggere al confronto: nemmeno Parigi e Vienna. Il Bambino Gesù apparve proprio al momento in cui a Praga la sovranità imperiale politica volgeva al tramonto. Ora, non è Egli l’ “Imperatore celeste”, che deve finalmente porre un termine a ogni tribolazione? Egli tiene ben salde le redini in mano, anche se gli uomini credono di governarsi da soli”.

Benedetto XVI donando la corona a Gesù Bambino il 9 settembre 2009 ha ripreso una tradizione molto antica. Per molti secoli l’imperatore del Sacro Romano Impero veniva incoronato dal papa a Roma. Benedetto XVI l’ha incoronato proprio a Praga. Egli con Santa Teresa Benedetta, compadrona d’Europa, ci dice che la devozione a Gesù Bambino non è una devozione sentimentale di stampo rinascimentale e barocco, e dunque, condannata a scomparire in quanto antiquata e non più vitale. Egli ci dice che, se vogliamo che l’Europa abbia ancora nel futuro l’anima cristiana, da vivere e da trasmettere al mondo, ha bisogno che riconosca come suo Imperatore il Bambino Gesù, fragile, che però tiene nella sua mano tutto il mondo. Nel 1965 ero a Colonia tra le sorelle carmelitane che avevano vissuto con la nostra santa martirizzata nel 1942 ad Auschwitz – Birkenau (Polonia). Avevo incontrato P. Romeus Leuven, carmelitano olandese, che cominciava a raccogliere gli scritti della santa, allora sconosciuta.

Non avevo mai riflettuto che da anni, con i confratelli e i devoti che giungono, siamo indegnamente alla corte dell’“Imperatore” e mi rendo conto come Egli regni con tanto amore in un’infinità di cuori. “Era il mio sogno fin dall’infanzia, giungere a Praga”, sento spesso ripetere da brasiliani, australiani e altri devoti. Analoga confessione ascoltano i miei confratelli del santuario di Arenzano (Genova). I precedenti imperatori di Praga dominavano con gli eserciti il “Sacro Romano Impero”. Al suo impero, molto più vasto, si aderisce con l’amore.

Nei mesi scorsi, caratterizzati dal covid-19 non ci è mai mancato Gesù Bambino.

Nel silenzio della chiesa ci sentivamo a Lui più vicini. Ho trascorso molti pomeriggi a dare il ben venuto ai pochi devoti e visitatori, per lo più residenti nella Repubblica Ceca. Dopo il saluto aggiungevo: i ciechi viaggiano molto; infatti mi è capitato di incontrarli anche in India. Ora che viaggiare è più difficile, dove vanno? Alla chiesa di Gesù Bambino a Praga!

I devoti e visitatori stanno aumentando; le esperienze sono sempre nuove e interessanti. Un giovane americano mi dice di appartenere alla chiesa Battista, ma di essere cattolico nel cuore. Perché? Egli ama visitare i monasteri e si rende conto che sono i luoghi privilegiati, dove si vive profondamente la vita cristiana, ma constata che nella chiesa Battista non ci sono monasteri.

La mia presenza in chiesa mi permette inoltre di ascoltare le grazie di Gesù Bambino e condividerle agli amici nelle pagine seguenti. Insieme con me attendono in particolare ai devoti e visitatori P. Agnelo Rebelo, fedele alla celebrazione della messa di Gesù Bambino ogni giovedì, e P. Victor Fernandes che accoglie gentilmente in sacrestia quanti hanno bisogno di una parola di conforto, benedicendo persone e oggetti religiosi. Padre Petr Glogar, nostro superiore, attende anche all’organizzazione del nuovo convento nella vicina Piazza del Castello. Sono diverse le sue iniziative in collaborazione con P. Pavel Pola, rettore della chiesa, per l’animazione della vita cristiana del popolo ceco, sia nella nostra casa che nel paese con conferenze e ritiri spirituali.  Rivolgendo il benvenuto “ischten hozot” a due ragazze ungheresi, ho ricevuto un sorriso gratificante. Ho incontrato studenti turchi e pachistani mussulmani, in Europa per i loro studi. Li ho salutati con una preghiera islamica, a loro nota, anche se l’arabo non è la loro lingua. Ai pachistani ho detto che nella cattedrale cattolica di Karachi c’è la statua di Gesù Bambino. Ne sono stati felici. Ho recitato il Padre Nostro con tre cristiani di un gruppo di Sri Lanka, residenti a Parigi. Altri si sono uniti alla nostra preghiera, pur essendo di religione buddista. Ho avuto occasione di ascoltare come Gesù Bambino sia vivo in tanti cuori e li riempia anche quando sono toccati dalla sofferenza. Il 5 agosto ricorre un’altra data importante: l’anniversario della fondazione del convento di Arenzano (Genova). È anche il giorno della festa della Madonna della Neve. Solo ieri ho riflettuto su quanto segue: la Madonna ci ha dato Gesù Bambino a Betlemme e la Madonna della Neve ci ha dato il Bambino Gesù ad Arenzano. Le siamo immensamente grati. Non mi stanco di ricordare soprattutto ai devoti colombiani e sudamericani che P. Juan del Rizzo, fondatore del santuario di Bogotá, chiamato del “20 di luglio”, ha appreso la sua devozione al santuario di Arenzano e ha creato un movimento devozionale a Gesù Bambino che abbraccia l’America dal sud fino al centro e ai Caraibi.

Dai Caraibi “voliamo” alla missione centroafricana. Dall’aeroporto di Bangui in meno di venti minuti arriviamo al Carmelo. Ci accoglie P. Federico Trinchero, superiore della missione, con i venti giovani affidati alla sua cura spirituale. A Bangui siamo oltre ogni sogno e previsione! Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo convento. Numerosi operai sono al lavoro e l’opera cresce di giorno in giorno. Il Carmel è ormai il centro di un quartiere della capitale. La sua configurazione mi ricorda il convento carmelitano di Holy Hill – santa collina – nel Wisconsin (USA), dove sorge un santuario mariano. Nella stagione delle piogge, il Carmelo, con la sua vegetazione è uno splendore. Purtroppo la situazione politica del Paese non è allo stesso livello, ma i missionari non si scoraggiano, come dimostrano le pagine seguenti. Lavorano con entusiasmo a Bozoum, Baoro e nei due centri di Bouar: noviziato di Sant’Elia e Seminario di Yolé, dove da poco le suore sono tornate dal loro congedo dall’India con viaggio di ventisei ore, a causa delle restrizioni anti covid-19.

Rinnovo il mio saluto, invocando le benedizioni celesti di Gesù Bambino e della sua Madre e di San Giuseppe.

Con vivo affetto

padre Anastasio