Cari amici di Gesù Bambino e delle missioni,

rivolgo un caro saluto con un vivo augurio di buona salute fisica e spirituale, ringraziando il Signore per averci conservati nella sua Grazia in quest’anno che ci sta lasciando per far posto al prossimo che vogliamo iniziare con speranza.

San Cesario di Arles, nella liturgia di oggi, festa della chiesa madre della cristianità, ci ricorda un grande mistero che infonde coraggio: con il Battesimo siamo diventati tutti tempio di Dio. “Con gioia e letizia celebriamo oggi, fratelli carissimi, il giorno natalizio di questa chiesa: ma il tempio vivo e vero di Dio dobbiamo esserlo noi. «Dio non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo» (At 17, 24) o in case fatte di legno e  pietra, ma soprattutto nell’anima creata a sua immagine per mano dello stesso Autore”. Da quando fu fondata dall’Imperatore Costantino, dopo l’editto del 313 d.C., la storia della Basilica di San Giovanni in Laterano è legata a vicende di incendi, terremoti e saccheggi che si sono susseguiti. Anche Papa Francesco, di fronte alle minacce di oggi, rincuora i cristiani del mondo intero con il messaggio della Buona Novella che cerchiamo di diffondere anche noi. Mossi dal fuoco dello Spirito Santo, gli apostoli percorsero le strade create dall’Impero Romano. Accesi dallo stesso fuoco, i missionari oggi raggiungono i confini del mondo per annunciare il Vangelo, rendendo vive le parole di San Paolo “Charitas Christi urget nos”, “L’amore di Cristo ci spinge” (2Cor 5,14).

A Praga, insieme a p. Petr Glogar, p. Pavel Pola, p. Victor Fernandes e p. Agnelo  Rebelo, ogni giorno trascorro i pomeriggi in chiesa salutando e pregando con chi giunge nel nostro Santuario. Ascolto spesso il Padre Nostro in ungherese, in arabo e in malayalam. Mi rendo conto che questi incontri creano una gioia reciproca.

Dal 19 al 22 settembre si è tenuto a Praga il Consiglio Plenario, un importante incontro per noi frati carmelitani, dedicato alla riflessione e alla condivisione sul lavoro apostolico, presieduto dal Superiore Provinciale, p. Saverio Gavotto. In quest’occasione, p. Federico Trinchero, Delegato del Superiore Provinciale per il Centrafrica, ha spiegato quanto nei villaggi le Messe siano molto frequentate e quanto la casa di Bangui sia proiettata verso il futuro con la costruzione del nuovo convento, benedetto da Gesù Bambino e dalla Madonna del Carmelo. Il 22 settembre, Gesù Bambino è stato felice di ospitare i partecipanti al Consiglio per la Messa conclusiva.

Il 23 ottobre, durante la Messa in ceco, S. E. Jude Thaddeus Okolo, Nunzio Apostolico a Praga, ha amministrato le Cresime a quindici giovani praghesi. La chiesa era gremita e la gioia dei presenti era visibile sui loro volti. Il 24 ottobre, dalla Guinea, ci ha fatto visita il card. Robert Sarah. Il 3 novembre, davanti a Gesù Bambino erano presenti volti multicolori, raccolti in preghiera. Tra loro, alcuni devoti indiani da Kempton Park (Sudafrica), con i padri carmelitani Ryan e Bonifác e una numerosa famiglia dall’isola di Mauritius. Domenica 6 novembre ci ha portato una gradita sorpresa: per un’ora, una cinquantina di indiani del Kerala, residenti a Chicago (USA), ci hanno fatto ascoltare le sublimi melodie che ravvivano la Messa celebrata in rito siromalabarico. Li ho allietati con un saluto in malayalam e, dopo la Messa, p. Victor li ha benedetti in sacrestia, ricolmandoli di gioia.

Le notizie che giungono dall’Africa sono buone. A gennaio, tre giovani centrafricani, fra Alfred, fra Wilfrid e fra Aimé faranno la Professione dei voti solenni e diventeranno Diaconi, mentre fra Régis sarà ordinato Sacerdote.

P. Christo Nganamodei mi racconta che a Bangui i lavori per la costruzione della nuova casa religiosa procedono bene e che il 3 novembre la scuola agricola ha iniziato il nuovo anno con diciotto alunni. Lui stesso alleva centinaia di pulcini nel pollaio.

A Bouar, nel Noviziato di Sant’Elia, vivono una decina di giovani carmelitani centrafricani e camerunesi che hanno a cuore un progetto che potrebbe essere di grande aiuto, anche educativo. Allevano anatre e conigli e vorrebbero allevare anche loro mucche, come nelle missioni di Bangui e di Yolé – Bouar. Li ho incoraggiati perché “Ora et labora” è sempre stato il motto della tradizione monastica. Anche al Seminario di Yolé – Bouar gli ottanta ragazzi, i padri formatori e le suore indiane procedono nella stessa direzione con la benedizione del Signore che con la sua Provvidenza sta pensando anche a loro.

P. Marco Poggi mi informa dell’ondata di vitalità che da anni si vive alla missione di Bozoum grazie all’asilo, alle scuole primarie, secondarie e al liceo. È sempre lunga la fila dei poveri che ogni giorno giungono alla missione per richieste di aiuto.

Notizie fresche sulla missione, offerte nelle seguenti pagine, raggiungeranno gli amici mentre staremo vivendo la gioia del Natale. Porgo i migliori auguri di un Santo Natale e un 2023 pieno di speranza. Per me sarà occasione di gratitudine a Dio per il 60° anniversario della mia Ordinazione Sacerdotale. Imploro la benedizione di Gesù Bambino e rinnovo cordiali auguri.

p. Anastasio