Praga, 19 luglio 2022

Cari amici di Gesù Bambino,

saluti gioiosi e benedizioni da Praga! La festa della Madonna del Carmelo ci ha portato spiritualmente in Palestina, al monte del Profeta Elia e della nostra Madre, dove, come leggiamo nella Bibbia (1 Re 18,32), il Profeta edificò con le pietre un altare in nome di Jahvè. A Bangui, nel mio piccolo, ho voluto dedicare alla Madonna una collina, costruendo con le pietre la scritta “Carmel”, alta dodici metri, visibile anche da Google Maps e Google Earth. Questa scritta ricorda la Madonna agli abitanti del luogo, dà il nome a un quartiere della capitale della Repubblica Centrafricana e ci auguriamo possa – chissà – sfidare anche i secoli.

Un altro grande profeta del recente passato, San Paolo VI, eletto papa nel 1963, rivolgeva ai Carmelitani queste parole: “La Madonna santissima vi conservi il gusto delle cose spirituali; Ella vi ottenga i carismi delle sante e ardue ascensioni verso la conoscenza del mondo divino e verso le ineffabili esperienze delle sue notti oscure e delle sue luminose giornate; Ella vi dia l’anelito alla santità e alla testimonianza escatologica del regno dei cieli; Ella vi renda esemplari e fraterni nella Chiesa di Dio; Ella infine vi introduca un giorno a quel possesso di Cristo e della sua gloria a cui tutta la vostra vita vuol essere fin d’ora consacrata” (Dai discorsi del 10 maggio 1976).

Qui a Praga gli ippocastani, piantati nel 1993, con la loro chioma verde danno il benvenuto a chi giunge dai vari continenti del mondo. La vita della nostra chiesa continua gioiosamente. P. Victor Fernandes, indiano, ogni mattina alle 8.20 in punto, apre la chiesa e accoglie chi incontra con un raggiante sorriso. Trascorre la giornata nella sacrestia, dove benedice persone e oggetti religiosi. Lo stesso servizio è offerto dal confratello p. Agnelo Rebelo indiano, anche lui sempre sorridente. Gli incontri nella chiesa sono vivaci. Da Ballito, una città del Sud Africa, giungono Gevase Pottier, la moglie Therese e la figlia Kaylee. Perché a Praga? “Mia madre mi parlava sempre di Gesù Bambino, fin da quando ero piccolo”. A una signora di Rio de Janeiro (Brasile) era la mamma a parlare di Gesù Bambino, mentre a un anziano signore australiano era la nonna. È come “un’antifona” che si ripete ogni giorno. Ai ragazzi offro come ricordo della missione piccole tartarughe di legno intagliate a mano dagli artigiani centrafricani. Una di queste tartarughe è “arrivata” fino in Groenlandia e un’altra fino in Norvegia.

Il saluto ha anche la funzione di aprire il cuore dei pellegrini. Spesso mi viene chiesta la confessione e ascolto anche chi viene a Praga per sciogliere un voto per grazia ricevuta da Gesù Bambino. Il 26 giugno Neil De Jesus Rangel, medico a Dubai, originario di Goa (India) scrive: “Professo la mia grande devozione a Gesù Bambino. Sono ricorso a Lui nella mia sofferenza a causa del Covid con la preghiera e sono qui nella sua chiesa per ringraziarlo. Invito spesso i pazienti del mio ospedale, anche non cristiani, a rivolgersi a Lui”. Il 10 luglio Sergio Blanco, Adriana Perez e Avuela Emilsa Perez scrivono: “siamo venuti da Bucaramanga (Colombia) a presentare il nostro figlio Santiago che è il frutto del miracolo concesso dal Bambino Gesù di Praga nel 2016, dopo che p. Victor ci aveva donato un’immagine, invitandoci alla preghiera. Oggi ha sei anni, è in perfetta salute e continuiamo a consacrarlo al Divin Bambino Gesù di Praga”. Il 10 giugno ascolto il signor Luís Anápio Gomes de Oliveira di Porto Alegre (Brasile) che mi dice: “Sono sempre stato un devoto di Gesù Bambino di Praga. Due anni fa ho avuto un cancro grave e sono qui per ringraziarlo di avermi guarito”.

Il 2 luglio scorso la nostra chiesa è colma per l’arrivo di due gruppi filippini da Vancouver (Canada), uno dei quali è guidato da p. Steny Mascarenhas, carmelitano indiano. La missione dei padri indiani in Canada è nata dalla nostra comunità di Praga. È vivace anche la presenza dei praghesi: le loro Messe domenicali sono molto partecipate. Quella della sera, con i canti accompagnati da una piccola orchestra, offre ai fedeli un piacevole concerto. Ogni venerdì un gruppo di giovani, guidati da p. Pavel Pola, meditano la Passione, confortati dal suono di flauti e altri strumenti. Siamo in una delle “città della musica”!

Inoltre p. Pavel è molto attivo per conferenze e pubblicazioni di spiritualità. P. Petr Glogar, nostro superiore, è come se fosse “onnipresente” e si sposta dal nostro santuario a Fortna, nella vicina Piazza del Castello, dove organizza un’intensa attività spirituale.

Voliamo ora fino alla Repubblica Centrafricana. A Bangui prosegue la costruzione del nuovo convento, i lavori sono già a metà e comincia ad apparire l’aspetto della costruzione tra il verde delle palme. La missione è ricca di tanti giovani. È per loro che stiamo facendo questa nuova opera. Segno della vitalità che i padri, con la loro preghiera e attività, hanno saputo creare in quella terra da noi scelta per un aiuto a una delle popolazioni più povere del mondo, come ha voluto dimostrare Papa Francesco, benedicendola con la sua visita nel 2015. Insieme alla costruzione crescono pure molto più lentamente, le piante che fanno da cornice. Migliaia di piantine preziose, tipiche della foresta, crescendo offriranno al convento un ulteriore riparo dal sole cocente e dal vento polveroso della stagione secca.

Padre Federico Trinchero mi ha scritto che “in occasione della Solennità di Maria, Regina e Bellezza del monte Carmelo, la Santa Messa è stata celebrata nel cantiere, in quello che sta diventando il chiostro della nostra nuova casa, della quale un anno fa posavamo la prima pietra. Vi ringraziamo per averci aiutati ad arrivare fin qui… e, sempre con il vostro aiuto e soprattutto quello della Provvidenza, cercheremo di terminare l’opera iniziata. Abbiamo ricordato chi in questo anno ci ha lasciati. Ancora grazie”.

La Scuola Agricola migliorerà di anno in anno contribuendo a fare crescere la splendida opera creata sempre al Carmel di Bangui. Ricordo quanto, nel 1999, il prof. Mathurin Tchtat, dell’università di Yaoundé (Camerun) avesse già curato la formazione dei giovani per la coltivazione delle palme. Anche le attività degli altri centri missionari, Bozoum, Baoro e Bouar non sono inferiori a quelle di Bangui. Mi piacerebbe accompagnare gli amici al Seminario di Yolé, dove saremmo accolti da ottanta seminaristi dal volto raggiante: formano il cuore della missione e ne sono le giovani speranze.

Notizie più dettagliate saranno offerte dalle pagine seguenti e da p. Davide Sollami al ritorno della sua prossima visita alla missione. Insieme alla benedizione di Gesù Bambino, imploro la Madonna del Carmelo a ricoprirci del suo manto materno.

Assicuro il mio ricordo affettuoso nella preghiera.

p. Anastasio