Cari amici di Gesù Bambino e delle missioni,

saluti e benedizioni da Praga con l’augurio di pace, gioia e serenità. In questo tempo di Quaresima ci viene chiesto un completo rinnovamento dello spirito: sono i giorni dei misteri della redenzione umana. “Il nutrimento di chi ha bisogno sia sostenuto dai nostri digiuni. Al Signore, infatti, nessun’altra devozione dei fedeli piace più di quella rivolta ai suoi poveri”, scriveva San Leone Magno. Papa Benedetto XVI, per l’anno della Fede, nel 2013 ci diceva: “Questa celebrazione […] ci guida in un cammino di dedizione verso Dio e verso gli altri”. Il grande papa ha sempre ricordato nei suoi sermoni l’aiuto ai sofferenti e ai poveri che, come ha detto Gesù, avremo sempre con noi.

Rivolgo un vivo ringraziamento agli amici che dimostrano la loro solidarietà verso i confratelli della nostra missione che, nonostante le varie difficoltà, ha avuto una straordinaria crescita, come testimonia il numero dei giovani sacerdoti centrafricani che, con l’ordinazione sacerdotale di fra Régis, lo scorso gennaio, è salito a dodici. P. Marco Pesce, missionario a Bouar, ci parla “della gioia di una famiglia che continua a crescere”. Ringraziamo il Signore, ma anche chi si è dedicato all’educazione dei giovani. Nel novembre del 2015, papa Francesco aveva visitato i paesi più poveri dell’Africa, tra i quali la Repubblica Centrafricana. Purtroppo la povertà e la sofferenza “abitano” anche altri paesi. Non dimentichiamo l’Ucraina, piegata dalla guerra, la Siria e la Turchia, provate dal terremoto. L’elenco potrebbe continuare e sarebbe lungo.

La ferita, inferta al Centrafrica dall’invasione dei 25.000 mercenari provenienti dal Ciad e il conseguente colpo di Stato del 2013, non è ancora rimarginata. Lo dimostra quanto è successo al nostro p. Norberto Pozzi. Purtroppo il 10 febbraio siamo stati turbati per il grave incidente incorsogli, del quale i media in Italia hanno dato notizia. Ce ne informa p. Federico Trinchero con un messaggio del quale riporto solo le righe più significative: “P. Norberto è saltato con la macchina su una mina andando in un villaggio per annunciare il Vangelo e riparare una scuola. È stato trasportato in elicottero dai caschi blu… ha subito un lungo intervento chirurgico per cercare di salvargli la gamba e sistemare le altre fratture. Sosteniamolo con la nostra preghiera e restiamo vicini alla sua famiglia”. Un mio giovane confratello centrafricano mi ha scritto: “Quello che è successo a p. Norberto rimane davvero un grande shock per tutti i fratelli qui presenti. Stiamo tutti pregando affinché il Signore lo rafforzi in questa prova”. Avevo conosciuto p. Norberto negli anni ’80 visitando la missione di Bozoum, quando vi lavorava come volontario laico, prima che il Signore lo chiamasse alla vocazione sacerdotale.

La missione si prepara a riaccogliere p. Marcello Bartolomei, grande missionario dal 1982. Era rientrato in Italia a febbraio del 2022 per curare una paralisi. Dopo un ricovero all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (Savona) e un lungo periodo di convalescenza nel convento di Loano e Genova, curato amorevolmente dai confratelli, ritornerà alla missione come Superiore del Convento di Bouar – Sant’Elia e Vicario Generale della Diocesi di Bouar. Dell’infaticabile opera dei missionari ne parlerà ancora p. Davide Sollami che il 2 marzo partirà con p. Marcello e una squadra di volontari che avranno la gioia di vedere anche la costruzione del grande convento al Carmelo di Bangui: orgoglio dei missionari, ma anche di chi ne sostiene le notevoli spese. Alla Scuola Agricola proseguono le lezioni, ma anche il lavoro nella fattoria che continuerà a essere l’ornamento del Carmelo di Bangui insieme ai giovani che vi dimorano. P. Stefano, parroco a Baoro, è un grande amante delle piante e le coltiva con amore. Raggiungere la missione di Bozoum è rischioso, visto che la zona minata si allarga. Sarà grande la gioia dei nostri volontari all’arrivo a Bouar. Le due missioni di Yolé e di Sant’Elia, nonostante sia il periodo della stagione secca, sono uno splendore nella savana. Le adornano fiori, frutteti e un’ondata di giovinezza: novizi e seminaristi, oltre alle suore indiane.

Dal calore dell’Africa ritorniamo al freddo della nostra chiesa di Praga, “grande frigorifero”, dove trascorro con gioia ogni giorno i lunghi pomeriggi. Sono lieto di dare il gradito benvenuto ai visitatori e ai pellegrini desiderosi di esprimere la gioia per la grazia ricevuta. Ci viene spesso chiesta la confessione. È il caso di un giovane di religione giudaica che sente il desiderio di purificazione. Si rattrista alla mia osservazione che la confessione appartiene alla religione cristiana. Gli suggerisco di rivolgersi direttamente a Dio che, come ha perdonato il santo profeta Davide, perdonerà anche lui. Con una preghiera penitenziale davanti all’altare di Gesù Bambino il giovane si rasserena. A metà febbraio Praga è stata la sede per l’incontro sinodale dei vescovi europei e molti di loro hanno pregato nella nostra chiesa. Vorrei ringraziare gli amici che, oltre all’incoraggiamento offerto per la missione centrafricana, ci hanno anche sostenuti nella missione, a tratti meno gratificante, che fiorisce nella Repubblica Ceca, ritenuta uno dei paesi meno religiosi d’Europa. Imploro abbondanti benedizioni e saluto.