Praga, 14 settembre 2022, Festa dell’Esaltazione della Croce

Cari amici di Gesù Bambino,

saluti e benedizioni da Praga. Vorrei farvi sentire il clima di universalità che si respira nella nostra chiesa, clima che trascende i confini del tempo e dello spazio.

La festa dell’Esaltazione della santa Croce ci ricorda che “all’inizio dell’essere cristiano – scriveva Benedetto XVI – non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento”. Il vangelo che la liturgia ci offre suggerisce che Dio intende costruire con ciascuno una relazione d’amore; si offre nel suo Figlio Gesù, innalzato in Croce. L’innalzare lo sguardo a Dio suggerisce una verità importante: siamo invitati a tornare a relazionarci con Lui senza  ripiegarci su noi stessi, dimenticando che “Se il cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore” (1Gv 3,19). Alziamo lo sguardo verso le stelle come Abramo (Gen 15,2), gettando in Dio ogni preoccupazione. Chi giunge da noi per la preghiera o per una semplice visita sperimenta la gioia di questo incontro con Gesù, in un angolo di paradiso adornato di piante, grazie ai miei confratelli cechi amanti del verde ed esperti in giardinaggio. P. Victor Fernandes a chi lo desidera, offre la benedizione in sacrestia, dove è custodita una copia della statua di Gesù Bambino.

Un discreto numero di fedeli partecipa alla Messa quotidiana alle 9 in lingua ceca, sublimata dal canto e dal suono dell’organo. P. Agnelo Rebelo ogni giovedì alle 18 celebra, in onore di Gesù Bambino, la Messa in lingua inglese. Una sorpresa eccezionale l’abbiamo avuta il 19 agosto. In chiesa vedo una ventina di ragazze. Do loro il benvenuto in coreano e poi in cinese, ma entrambi i miei tentativi rimangono senza successo perché arrivano dalla Mongolia. Un semplice saluto con la mano schiude il loro sorriso e mi fa dimenticare anche la pericolosità di Gengis Khan. Nasce una reciproca simpatia. Il cristianesimo in quel paese è rinato da trent’anni e conta solo 1500 battezzati. La statua di Gesù Bambino, che è giunta   a San Pietroburgo (Russia) tramite pellegrini indonesiani e che a Pechino (Cina) è stata portata da diplomatici
francesi, ora giunge in Mongolia nel cuore delle care ragazze nostre ospiti. Quest’incontro c’incoraggia a continuare la nostra missione, sostenuti da Gesù Bambino missionario in tutto il mondo. Le statue da noi donate hanno fatto sorgere numerosi santuari, dove Gesù Bambino effonde le sue grazie.

Un’altra gioiosa sorpresa la portano il 24 agosto i duecento neocatecumeni della Croazia che dopo aver cantato per le strade di Praga, rallegrano anche Gesù Bambino con i loro inni. Con una tipica preghiera islamica ho rivolto il saluto a una ragazza turca che ha ricambiato con un sorriso. Il 25 agosto l’amico Lahib Gabbarah con la moglie Nadia Hanna Kakony torna in pellegrinaggio da Arbil (Iraq) per chiedere a Gesù Bambino aiuto per la salute della moglie. Lo vedo commosso e mi emoziono anch’io. In sacrestia è capitato di trovarmi con alcuni iracheni, una signora egiziana con il marito tedesco e un gruppo della Giordania. I devoti che giungono a Praga per ringraziare Gesù Bambino che ha esaudito la loro preghiera spesso ci manifestano la loro gioia. Ad agosto la nostra chiesa ha accolto in particolare pellegrinaggi dagli Stati Uniti con fedeli filippini e di ogni stato del Sud America. Dal 13 al 20 agosto i nostri confratelli p. Petr Glogar e p. Pavel Pola sono stati in missione nella Moravia per incoraggiare con la loro parola i fedeli di quella regione. Durante l’anno organizzano corsi di preghiera e altre attività molto seguite. La Provvidenza ci ha offerto un’altra opportunità per continuare la nostra missione. Sorge nella piazza del Castello, uno dei centri più noti della città, l’allora Monastero delle Carmelitane, poi divenuto un centro di preghiera.

Da due anni l’edificio è affidato al superiore della nostra comunità, quindi è il nostro secondo convento a Praga. Vi continua la tradizionale preghiera. In una recente visita ho incontrato nella cappella pie anime raccolte davanti al tabernacolo quando il sole con i suoi primi raggi illuminava la croce splendente sul tetto della chiesa.

La nostra piccola comunità carmelitana formata da cittadini della Cechia, dell’Italia, dell’India, alla quale si è aggiunto il nostro cuoco, della piccola isola di Barbados (Caraibi), rispecchia il carattere internazionale della nostra chiesa.

Sono a Praga, ma seguo con passione il lavoro dei missionari che faccio conoscere a chi giunge da ogni parte del mondo. Ringrazio il Signore che ci dà l’entusiasmo e la grazia di diffondere gioia a quanti giungono in questo luogo e soprattutto a far loro gustare il sorriso di Gesù Bambino. In Centrafrica la stagione delle piogge ha rinverdito la savana che ospita le nostre case di missione. Anche la visita del nostro Superiore Provinciale, p. Saverio Gavotto, è stata una benedizione dal cielo e si è conclusa il 5 luglio con una bella e fraterna riunione a cui hanno partecipato quasi tutti i confratelli carmelitani delle nostre cinque Missioni. P. Marco Poggi, parroco della Missione di Bozoum, ci parla del lavoro di sostentamento e accompagnamento delle giovani famiglie. Anche l’orfanotrofio della parrocchia è sempre in movimento e ogni anno alla Fiera Agricola i bambini espongono e vendono braccialetti e rosari che hanno intrecciato con le loro mani. P. Dieudonné celebra la Messa nei villaggi della Missione di Bozoum, dove pare che la macchina del tempo si sia fermata.

Dico spesso ai visitatori della nostra mostra missionaria, che nei villaggi della savana e nella foresta a pochi chilometri dalla capitale Bangui si conservano ancora tradizioni antiche. A Baoro p. Stefano Molon, parroco e superiore della Missione, cura i bambini, ma ha anche una particolare attenzione per fiori, piante e animali. P. Aurelio, responsabile della Caritas diocesana, lavora molto nei villaggi della savana, ma ha anche il compito di seguire il cantiere per la costruzione del nuovo convento e della chiesa al Carmelo di Bangui. Ogni due settimane lo troviamo a percorrere 400 chilometri per raggiungere la capitale. Da tempo pensavo che per i suoi spostamenti gli sarebbe molto utile un piccolo aereo. Grazie a lui, anche gli affreschi della chiesa di Baoro sono tornati a risplendere con colori vivaci. A Yolé e a S. Elia, i nostri giovani carmelitani sono impegnati nella preghiera, nello studio, esercitano il lavoro dei campi e dell’allevamento di vario bestiame. P. Federico Trinchero ci informa sull’avanzamento rapido dei lavori al Carmelo di Bangui. L’opera è importante e vorremmo fosse una pietra miliare per lo sviluppo, spirituale e non, del Paese. Me lo auguro e chiedo la collaborazione degli amici. Mi è caro rivolgermi per un sentito ringraziamento a chi ama la nostra Missione e anche con un piccolo sacrificio pensa al lavoro dei nostri missionari che con tanto entusiasmo lavorano in uno splendido Paese al momento molto ricco di sole speranze. Saluto con affetto invocando abbondanti celesti benedizioni.

p. Anastasio