Bangui (Centrafrica), 1 aprile 2025

Cari Amici  sempre vicini,

mentre scrivo, mi fanno compagnia le voci dei ragazzi che, con cogli-frutta improvvisati, cercano di colpire i manghi ciondolanti dai rami come le palline dagli alberi di Natale. Tra pochi minuti inizierà la recita serale dell’Angelus e, come ogni giorno, pregheremo insieme per tutti i benefattori. È una preghiera tradizionale, raccomandata da Santa Teresa d’Avila, che, oltre a chiedere a Dio di ricompensarvi, apre i nostri occhi per percepire meglio i segni con cui la Provvidenza si fa presente. Ogni cosa che passa nelle nostre mani è un dono e, come tale, va custodito con cura.

Nei giorni scorsi ho attraversato la Repubblica Centrafricana per raggiungere le nostre cinque Missioni. Un viaggio sempre nuovo, nonostante lo percorra più volte all’anno. Già durante il volo di arrivo, avevo notato una situazione inedita per me: la presenza “massiccia” di giovani soldati stranieri e di passeggeri provenienti dall’Estremo Oriente. Non è un segreto che questa terra susciti l’interesse e “faccia gola” a diverse potenze esterne. Il paese sembra “tranquillo”, ma ci sono ancora molte zone pericolose. Anche sulla strada che collega Bouar a Bozoum, molto frequentata dai nostri missionari, banditi e ribelli hanno compiuto numerose imboscate ai passanti. Di fronte a queste notizie, ci siamo preoccupati per il medico e gli infermieri provenienti dall’Italia, che avrebbero dovuto raggiungere il Dispensario di Bozoum per una missione sanitaria. A Napoli si dice che “quando il Signore chiude una porta, apre un portone”. E, da una settimana, la Dott.ssa Francesca Calcagno e i quattro infermieri stanno portando avanti il loro lavoro con un impegno straordinario. Lo spirito con cui affrontano questa missione è ammirabile e la popolazione li ricambia con segni di gratitudine, che sono un’autentica medicina per tutti noi. In queste ore, in collegamento con un cardiologo dell’Ospedale S. Paolo di Savona, stanno curando un giovane di 35 anni, affetto da un grave blocco atrioventricolare al cuore. Sta rispondendo bene alle terapie, così come tanti altri malati che si rivolgono a loro con fiducia. Lodiamo il Signore per queste testimonianze di bontà concreta. A Bozoum ho avuto anche l’opportunità di distribuire parte del materiale didattico arrivato dall’Italia, dopo un lungo viaggio durato cinque mesi. Questo materiale era stato raccolto ad Arenzano, a settembre, durante l’evento “Il Trenino di Elia”, una festa a cui avevano partecipato tante famiglie e bambini, in ricordo del piccolo Elia, un bimbo scomparso a soli 3 anni. Da una tragedia sono nati gesti d’amore che rafforzano i legami della comunità locale, ma che si estendono oltre i confini nazionali, grazie alle Missioni. A Yolé è stato bello vedere che i Seminaristi crescono bene e sereni. Giocano a calcio all’ombra di un albero secolare, le cui radici e liane formano un tronco così grande che ci vorrebbero venti persone per abbracciarlo. Se fosse un quadro, il titolo potrebbe essere “Il vecchio e i bambini”. Questo albero, testimone di tante stagioni, ha visto crescere numerosi ragazzi. Qui hanno studiato e si sono formati i primi sacerdoti carmelitani del Centrafrica, e ancora oggi, l’opera continua. Domenica 30 marzo ho celebrato la Santa Messa per loro, e durante la meditazione sul cammino del figliol prodigo, li ho visti ascoltare con attenzione, lasciandosi interpellare dalla Parola di Dio. Se la volontà del Signore lo vorrà, saranno loro i pilastri di questa giovane Chiesa del Centrafrica. Se il loro cammino dovesse prendere un’altra direzione, potranno seguire le orme di tanti altri compagni che oggi sono insegnanti, magistrati e medici, persone che fanno la differenza in un Paese che ha un grandissimo bisogno di competenza e preparazione.

Un container (il terzo in questi mesi) sta attraversando l’oceano e presto porterà nuovi aiuti alle Missioni. Siamo consapevoli che questi risultati non sarebbero stati possibili senza il vostro aiuto, senza la vostra preghiera, e senza il vostro impegno costante. A voi, che in modo concreto e generoso avete risposto all’invito di servire, giunga il nostro più profondo grazie. Siete testimoni del Vangelo, siete collaboratori di Cristo che si fa vicino ai più poveri e vulnerabili. Un altro container trasporterà 53.000 copie del Nuovo Testamento in lingua sango, tanto atteso in tutte le Diocesi del Centrafrica. Un progetto coraggioso. Ho da poco salutato P. Norberto: lui sa bene che Evangelizzare è una questione di coraggio: il coraggio di essere testimoni della bellezza del Vangelo, nonostante le difficoltà che lui stesso confida nelle prossime pagine di Amicizia Missionaria. Concludo questa lettera con una benedizione, perché il Signore vi accompagni nel vostro cammino di fede e di carità. Cristo Risorto, che regna con amore e servizio, vi benedica abbondantemente, donandovi pace, gioia e la forza di continuare a fare del bene a chi ne ha bisogno. Vi saluto, insieme al caro P. Anastasio che vi pensa sempre.

P. Davide Sollami