Arenzano, 7 settembre 2025
Cari amici sempre vicini,
i giorni scivolano via rapidi e tutto intorno a noi sembra accelerare sempre più. Siamo abituati ad ascoltare i messaggi vocali a doppia velocità, perché “non abbiamo tempo”. Proviamo allora a fermarci un istante per gustare con calma ciò che il Signore ci concede di vivere.
Vi scrivo al termine di una giornata speciale. Oggi ad Arenzano abbiamo potuto contemplare da vicino il volto di Gesù Bambino di Praga. “Com’è bello!”, viene da dire spontaneamente, proprio come quando si guarda un bambino. Noi abbiamo la grazia di custodire e pregare ogni giorno davanti al Piccolo Re, ma per migliaia di fedeli questa è un’occasione unica e tanto attesa. Nei giorni della Solennità annuale — che si celebra ogni anno nel primo fine settimana di settembre — la statuetta viene esposta ai piedi dell’altare. Una silenziosa e ordinata fila di persone si avvicina per sostare qualche istante in preghiera davanti alla sacra effigie, compiendo il tradizionale gesto del “bacio”. È un momento intimo, un incontro personale con Gesù, di cui noi frati carmelitani siamo testimoni privilegiati.
Per la benedizione dei bambini, centinaia di famiglie con i loro piccoli hanno animato la piazza, attratti dalle parole di P. Federico Trinchero, nostro Superiore Provinciale, che ha saputo coinvolgere con calore e semplicità grandi e piccini.
I devoti sono giunti dal Veneto, dalla Sicilia e da altre regioni lontane; la signora Estella è arrivata addirittura dall’Argentina per partecipare alla Novena e sciogliere un voto per una grazia ricevuta.
Tutto era pronto e splendidamente addobbato per la solennità. I preparativi ci hanno impegnati per giorni e giorni, anche se ho avuto l’impressione che la festa di Gesù Bambino l’abbia, in un certo senso, “preparata” Lui stesso. Quest’anno, infatti, ha voluto regalarci un tempo perfetto: un bel sole e un mare calmo, condizione indispensabile per lo svolgimento della processione per le vie del paese e, soprattutto, per la benedizione delle barche. Il mare era liscio come una tavola, e persino le imbarcazioni più piccole hanno potuto seguire senza difficoltà il corteo, aperto dalle motovedette che, con raccoglimento e stupore, hanno accolto il Re della Pace a bordo. Come nel Vangelo, quando Gesù chiese di salire sulla barca di San Pietro, anche noi abbiamo ripetuto quel gesto, perché Egli, “scostatosi un poco dalla riva, parlasse alle folle” (Lc 5,3) e ci incoraggiasse ancora una volta dicendo: “Duc in altum” — prendi il largo.
Quest’anno, perfino la luna ha voluto affacciarsi per osservare dall’alto la processione e, alla fine, sembrava quasi fare l’occhiolino, offrendoci una piccola eclissi visibile a occhio nudo dalla piazza del Santuario.
Durante la festa abbiamo allestito un piccolo banchetto di prodotti fatti a mano in Centrafrica, oltre alla nostra “Essenza di Lavanda”, balsamo per chi la acquista e di grande aiuto per portare avanti le opere missionarie a cui destiniamo tutto il ricavato della vendita di questo olio in boccette.
Dalle nostre Missioni giungono sempre cose nuove: non solo arrivano manufatti appena creati, ma capitano sempre imprevisti, non si sa mai cosa aspettarsi e riceviamo richieste di aiuto supplementari.
A Baoro i padri missionari stanno facendo i passi necessari per aprire un nuovo Dispensario medico: una novità davvero confortante che potrà cambiare la vita di tante persone che soffrono.
Settantanove giovani si sono iscritti alla Scuola di Meccanica mentre all’Asilo “Il Germoglio”, più di duecento bambini “bussano alla porta” per iniziare il nuovo anno. Per loro abbiamo comprato giochi e altalene, fabbricati sul posto. In questo “giardino di bambini” – come si dice in francese – sono educati anche bambini di altre religioni e orfani. Alcuni tra voi che leggete le mie righe hanno preso a cuore questi piccoli, ma c’è ancora tanto bisogno di aiuti. Nei villaggi della savana i bambini che stanno riprendendo a frequentare le lezioni sono più di sette mila. Mi recherò personalmente nei villaggi per scattare loro le foto che spediremo a chi ha aderito alla proposta di adottare a distanza un
bambino.
P. Stefano Molon, nella fattoria dove trenta alunni e decine di stagisti imparano a coltivare e ad allevare conigli, quaglie, galline, oche, anatre, pecore e vacche, ha creato un angolo di paradiso verde e rigoglioso che oggi misura sette ettari, ma che non copre la vastità della piantagione della Missione nella sua interezza. Il Signore ha dato ai nostri confratelli doti speciali nella cura della terra e degli animali e per aiutarli spediremo a Bangui un trattore cingolato completo di attrezzi come un aratro, una trincia e una livella.
A Yolé sono diciassette i nuovi seminaristi, piccoli ma volenterosi. Preghiamo perché il loro cammino vocazionale porti buoni frutti. In questo mese nelle nostre Missioni è arrivata anche un’altra novità. O meglio, è una notizia che risale a duemila anni fa, ma che in Centrafrica era introvabile su carta stampata: il “Fini Mbuki”, cioè il Nuovo Testamento in lingua sango, un libro sempre nuovo perché la Parola di Dio è viva e ancora oggi accende nei cuori il desiderio di Gesù. Ne abbiamo curato la ristampa e la spedizione a Bangui.
Al centro del giornale potrete leggere alcuni frutti della Buona Novella predicata in questa rossa terra africana, tra le quali la bellissima storia di Fra Aristide.
Vi saluto e su tutti voi, amici delle Missioni, insieme a P. Anastasio che vi pensa sempre, invoco la benedizione di Gesù Bambino.
P. Davide Sollami