Vuoi presentarti ai nostri lettori? 

Mi chiamo Guy-Cyrille Kourandhaut-Ngaba. Fin da ragazzo ho conosciuto i Padri Carmelitani Scalzi e la loro spiritualità nella parrocchia Saint Michel a Bozoum. Ho fatto parte del gruppo “Aita ti Molenge Jesus” (Gli amici di Gesù Bambino) e poi sono entrato nel Seminario di Gesù Bambino a Yolé-Bouar. Qui ho seguito l’educazione del Seminario minore, il liceo e la vita religiosa carmelitana fino al termine del tirocinio pastorale. In totale, ho trascorso 14 anni di formazione umana, cristiana e religiosa.

Quando ho lasciato il convento, sono andato in Togo dove ho studiato Scienze Gestionali. Tornato nella Repubblica Centrafricana, nell’estate del 2016, ho insegnato Economia, Contabilità e Informatica gestionale per un anno al Collège Saint Augustin di Bozoum. Successivamente, sono stato Controllore di gestione presso la Cassa di Risparmio e di Credito a Bozoum, l’unica struttura finanziaria principale della città, prima di rilevare, in veste di direttore, la nuova stazione radio comunitaria locale “La Voix de Koyale”. Nel gennaio 2022 sono entrato a far parte dell’ufficio della MINUSCA (Missione multidimensionale delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana) nella prefettura di Ouham-Pende.

In cosa consiste il tuo lavoro nella MINUSCA?

Sono responsabile della comunicazione e Assistente alla Pubblica Informazione. Il mio compito è raccogliere informazioni per Radio Guira FM. Preparo e realizzo anche attività di sensibilizzazione e advocacy per campagne e giornate celebrate dalle Nazioni Unite. Questo incarico funge anche da interfaccia tra la MINUSCA e la popolazione. Attraverso il mio microfono, la gente può esprimersi liberamente sulle proprie esperienze con lo scopo di ottenere un riscontro dal governo o dalla MINUSCA.

La Repubblica Centrafricana è uno dei tanti paesi in cui i conflitti e i contrasti economici e sociali sono acuti. Vuoi spiegarci la situazione attuale?

L’impatto del conflitto sulla vita della gente è forte. Le fondamenta dello Stato sono crollate. Lo Stato non ha la capacità di soddisfare i bisogni primari della popolazione: sanità, istruzione, infrastrutture stradali e altro. Le condizioni sono difficili: mancanza di energia elettrica, inadeguatezza dei punti di acqua potabile. Più ci si allontana dalle grandi città, più aumentano bisogni e insicurezza.

Hai studiato nelle Missioni Carmelitane. Che cosa rimane del loro insegnamento nella tua vita e nel tuo lavoro?

Nel Carmelo ho imparato il senso dell’umanità. L’educazione ricevuta mi aiuta a impegnarmi a mantenere un atteggiamento di generosità e di amare la preghiera. Nel mondo professionale, la mia piccola esperienza dimostra che la ricerca di denaro è aumentata e, se non si sta attenti, si rischia di rincorrere la ricchezza e dimenticare l’essenziale. Ho accettato di tornare a lavorare a Bozoum presso la Cassa di Risparmio e Credito per uno stipendio di 135.000 CFA (circa 250 euro), mentre se fossi stato in una ONG internazionale avrei potuto guadagnare quattro volte di più. Mi sono offerto volontario come direttore della stazione radio locale. Sono pronto, e rimango pronto, a essere disponibile ad aiutare il mio Paese ad andare avanti. Affidarsi alla Divina Provvidenza è l’essenza di ciò che conservo della formazione carmelitana. Infine, rimango impegnato nella mia parrocchia per l’educazione dei ragazzi nel movimento della Gioventù Studentesca Cristiana.

Quale contributo possono dare i paesi industrializzati, e l’Europa in particolare, al Centrafrica?

La crisi nel mio paese perdura da quando avevo dieci anni. Temo che con le nuove guerre in Europa e in Asia, il Paese sarà dimenticato o che gli aiuti diminuiranno. E se ciò accadesse, molti bambini potrebbero non avere cura, educazione e condizioni accettabili per crescere. I paesi industrializzati non devono rinunciare ad aiutare il Centrafrica. Devono mantenere la solidarietà per il popolo centrafricano. Il processo di pace è lento e non deve essere interrotto in modo che il Paese possa continuare il percorso verso lo sviluppo con progetti strutturali.

Quali sono le tue speranze e quelle dei giovani centrafricani per il futuro della Repubblica Centrafricana?

La popolazione del Centrafrica è giovane. Molti talenti, nonostante le ripetute crisi, sono riusciti ad avere una buona formazione. Ricopriamo incarichi importanti a vari livelli nelle istituzioni statali e nelle organizzazioni internazionali. Sono fiducioso che riusciremo a portare al Centrafrica qualcosa in più per poter emergere da queste crisi. Dobbiamo coltivare l’amore della patria, il desiderio di un lavoro ben fatto e il senso del sacrificio. Solo così la Repubblica Centrafricana avrà una via d’uscita per le nuove generazioni.

Maria Cottone

membro della Fraternità Carmelitana