Riceviamo e pubblichiamo la toccante testimonianza di una signora che sta aiutando a distanza un ragazzo centrafricano

 

L’anno scorso incontrai un ragazzino in Repubblica Centrafricana, dove mi trovavo per fare volontariato. Ogni giorno alle sei del mattino veniva in chiesa per le Lodi e la Messa. Mi colpì la compostezza di questo bimbo, primo e unico maschietto di una “nidiata” di cinque figli, e il suo raccoglimento durante la preghiera.  Un giorno, seduto al mio fianco alla fine della Messa, mi chiese se volevo essere la sua mamma per aiutarlo a studiare.

Mi fece conoscere i suoi genitori e lo stuolo di sorelline e, per convincermi ad aiutarlo, si presentò con la pagella scolastica, il certificato di battesimo e la pagellina di frequenza al catechismo. Nelle note scritte dai suoi insegnanti c’era segnato: bambino volenteroso, molto socievole e generoso, pronto ad aiutare i compagni in difficoltà. Ne parlai con i padri della missione, intuendo che poteva esserci una stoffa buona perché il Signore potesse confezionare un bell’abito, proponendogli di iscriverlo al seminario a Yolé.

Dopo un anno di “osservazione” e un test di ammissione, il piccolo quest’anno ha frequentato il campo vocazionale ed è stato ammesso in seminario! Spero che possa crescere spiritualmente e culturalmente, docile alla guida degli educatori e all’azione del Signore nella sua vita: e poi… Dio sa quali sono i suoi progetti su di lui! Naturalmente per questo piccolo vige il più assoluto riserbo sul fatto di essere aiutato a distanza (io resterò l’amica che prega per lui e con lui Gesù Bambino di Praga, così come avevamo convenuto quando ci siamo lasciati, in lacrime, l’anno scorso).

Perdonatemi se mi sono dilungata (una mamma, anche se… a distanza, non si stanca mai di parlare dei suoi figlioletti) e in attesa di poterci incontrare di nuovo, a Dio piacendo, ad Arenzano, vi ringrazio e vi confermo la mia costante preghiera per voi, per i missionari, per i giovani centrafricani in formazione nelle varie case (seminario, noviziato, studentato).

Un abbraccio fraterno

Maria

 

L’esperienza di Maria è la testimonianza del costante impegno dei frati missionari perché i giovani possano studiare. Aiuta anche tu!