di Padre Matteo Pesce

Ai primi di novembre, nelle missioni la vita ha ripreso il suo corso: la Parrocchia ha aperto l’anno pastorale e le scuole si sono di nuovo riempite di alunni, dopo che il Governo aveva deciso di chiudere tutte le scuole a fine marzo e anche le attività delle parrocchie erano state molto limitate. Grazie a Dio questa malattia ha appena sfiorato il Paese (ma ne rimangono molte altre…).

La stagione delle piogge sta cessando, rovinando a sufficienza le strade (per quest’anno). Un tratto di strada, invaso da un torrente a pochi chilometri da Bozoum, è diventato un guado e ci sta preoccupando perché rischia di tagliare la via di comunicazione con Bouar.

Il nostro quotidiano è fatto d’incontri con la gente e aiuto ai poveri e ai malati. Abbiamo avuto il caso di un bimbo nato con le narici ancora chiuse; abbiamo aiutato la famiglia ad andare a trattare il problema a Bangui e ora il piccolo Justin sta bene. Poi in un villaggio, proprio a Bokongo, a 15 km da Bozoum, dove abbiamo inaugurato una nuova chiesa dedicata alla Sacra Famiglia, mi hanno presentato una bimba di quattro anni, Lucienne, rimasta cieca quasi all’improvviso. Dopo una visita specialistica, pare che per lei non ci sia niente da fare; o meglio, in Europa si potrebbe tentare il trapianto della cornea, un’operazione, a quanto mi dicono, comunque piuttosto delicata; qui non si può farci niente.

Il lavoro delle iscrizioni degli alunni alle nostre scuole non è ancora finito perché non sono pochi i ritardatari che faticano a pagare 3 euro l’anno, specialmente se hanno più figli a scuola. Dalla scuola materna al liceo gli alunni sono circa 1.400, quindi sono quasi altrettanti i genitori da ricevere.

Il lavoro non manca…

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