La piccola Teresa di Lisieux, Patrona delle Missioni, guardava i suoi «fratelli missionari» con gli occhi stessi di Gesù e, quasi mettendosi al posto di Lui, riscrive al femminile la preghiera sacerdotale del Divino Maestro, rivolgendosi al Padre celeste per dirGli d’aver custodito sulla terra «i suoi fratelli missionari» (cfr. Ms C 34v°). Anche noi portiamo nel cuore i nostri missionari: il “fratello sacerdote” di questo numero è P. Marcello che quest’anno festeggia il 50° anniversario di Professione dei voti religiosi.

I libri in lingua sango diffusi in Centrafrica sono pochi e tra questi due, probabilmente i più diffusi, hanno padre Marcello come autore: “Ala use ala ga tere oko” (una catechesi sul matrimonio) e “Sambela”, un piccolo libro di preghiere che ogni cristiano centrafricano degno di questo nome non può non avere tra le sue mani. Tra poco, inoltre, verrà finalmente pubblicata una nuova versione del vangelo in lingua sango e padre Marcello non poteva non essere tra coloro che hanno rivisto e corretto, versetto dopo versetto, questo indispensabile strumento per l’evangelizzazione.

Padre Marcello Bartolomei, classe 1952 e originario della Garfagnana, è il decano dei nostri missionari. Arrivato in Centrafrica nel 1982, da quasi 40 anni opera instancabilmente per la Chiesa di questo paese. La sua prima missione è stata Bozoum dove ha lavorato per 20 anni: dapprima prestando il suo servizio nelle cappelle di savana e in seguito come parroco. Trasferito a Bouar, ha lavorato nelle nostre due case di formazione: il Seminario minore a Yolé e il noviziato a Sant’Elia. Attualmente è il superiore del nostro Seminario. Per anni è stato il braccio sinistro di Mons. Armando Gianni, vescovo di Bouar. Il braccio destro era, infatti, don Mirek Gucwa, un sacerdote diocesano polacco. Quando quest’ultimo, nel 2018, è diventato vescovo della diocesi, allora padre Marcello è diventato il braccio destro di Mons. Gucwa che l’ha immediatamente nominato vicario generale della diocesi.

Padre Marcello, che possiede perfettamente il sango (la lingua del Centrafrica), ha dedicato gran parte del suo ministero alla pastorale famigliare, alla preparazione delle coppie al matrimonio cristiano, all’educazione dei giovani a una sessualità responsabile e alla formazione dei catechisti animando innumerevoli sessioni in tutta la diocesi. È un missionario di altri tempi, un lavoratore discreto e infaticabile nella vigna del Signore. Tutti ce l’invidiano. E noi siamo così fieri di lui che speriamo che il Signore gli doni ancora tanta forza e tanta salute per lavorare per il Carmelo e la Chiesa del Centrafrica ancora per tanti anni. L’affidiamo alle vostre preghiere.